martedì 21 agosto 2012

Cosenza Calcio 1914


Fondata nel 1914, ha militato per 19 stagioni nel campionato di Serie B, categoria nella quale ha colto il suo massimo risultato nel 1988-1989 piazzandosi al 4º posto in classifica. Vinse la Coppa Anglo-Italiana nel 1983. Non iscritta nel luglio del 2003,e sostituita dal Cosenza Football Club, la società venne poi rifondata nel 2007 e venerdì 30 maggio 2008 venne formalizzato il cambio del nome da Fortitudo Cosenza a quello storico, Cosenza Calcio, abbinandovi l'originale matricola del Cosenza Calcio 1914. La società è stata esclusa dai campionati professionistici nel luglio 2011 ed una nuova società sorta dalle sue ceneri, la Nuova Cosenza Calcio è stata iscritta al campionato di Serie D 2011-2012. Il Cosenza dal 1964 disputa le sue gare allo Stadio San Vito, impianto capace di ospitare circa 25.000 spettatori.


LE ORIGINI

Vecchio Logo del
Cosenza Calcio 1914

Le origini del Cosenza Calcio risalgono agli inizi del XX secolo, ma le prime notizie più o meno ufficiali relative all'attività calcistica della squadra cosentina risalgono al lontano 1914, anno in cui attestano dei documenti che risulta con certezza che la squadra silana cominciò a calcare i campi di calcio sotto il nome di Società Sportiva Fortitudo. La divisa all'epoca era verde-blu, per richiamare i colori dei boschi della Sila e dello stemma municipale. Ancora nel 2004 il Cosenza FC indosserà, come terza divisa, una maglia inquartata verde-blu.
Da lì a qualche anno, il nome del sodalizio calabrese cominciò a subire una serie di trasformazioni diventando dapprima Dopolavoro FFSS Cosenza e quindi, intorno agli anni venti Calcio Cosenza. Fu in questo periodo che i colori sociali si mutarono in rossoblu, ed esattamente nel 1927, in onore del Genoa, la prima squadra calcistica italiana e vincitrice del titolo italiano di quell'anno.
L'attività della formazione cosentina era allora limitata alle sole partite amichevoli ed a qualche torneo regionale: infatti, il primo incontro documentato del Cosenza è proprio un Cosenza-Catanzaro 1-1, disputatosi sul polveroso terreno di Piazza delle Armi, sito nel cuore della città bruzia.

GLI ANNI '30


Nel 1930, la ragione sociale cambiò ancora in Cosenza Sport Club. Fu sotto quel nome che la squadra cominciò a disputare i primi veri campionati. Si succedettero ben presto alla presidenza l'Avvocato Corigliano ed il Barone Campagna (due tra i maggiori artefici della costituzione del nuovo Cosenza) e fu in quel periodo che la squadra partecipò al campionato di IIª divisione e quindi a quello di Iª (pari alla C attuale), nell'anteguerra.
Nella stagione 1930-31, il Cosenza fu ammesso al Campionato di Prima Divisione. Vi partecipavano 12 squadre, tra cui il Savoia di Torre Annunziata, il Catania, il Messina e la Salernitana.
L'anno successivo (1931-32), il Presidente avv. Tommaso Corigliano allestì una formazione di primo piano, ingaggiando giocatori provenienti dal nord ed affidando la guida tecnica al romano Angelo Benincasa. La squadra esordì con un clamoroso 7-2 ai danni del Molfetta ed i cosentini gioirono delle prodezze dei vari Forotti, Staccione, Masi, Gallina, Perazzi, Briano e Vaj.
Il 28 ottobre 1931 fu inaugurato il Campo Sportivo "Città di Cosenza" che, dopo vari anni, assunse il nome di "Emilio Morrone", un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.
Nel 1932-33, sotto la guida di Balacics, la squadra rafforzata con Mortarotti, Fiammengo e gli ex giocatori del Napoli Fenili, Pampaloni, De Martino e Biagio Zoccola, disputò un brillante campionato conquistando il terzo posto.
Dopo una stagione interlocutoria, nel 1935-36 il Cosenza fu ammesso alla disputa del torneo di Divisione Nazionale C, girone D, di nuova istituzione, insieme a Cagliari, Piombino, Pescara, Perugia, Salernitana, Catanzaro, ed altre.
Negli anni successivi la squadra fu ulteriormente potenziata, schierando un attacco mitraglia: Bertozzi, Frione I, Lodi, Corsanini e Bergonzino. In quegli anni, appena sedicenne, debuttò in prima squadra il mediano Francesco Del Morgine, un'autentica bandiera rossoblu.
A partire dalla stagione 1937-38 vi fu l'avvento del presidente, barone Carlo Campagna e dei tecnici stranieri Chrappan, Vanicksek e Hansel.

GLI ANNI DEL DOPOGUERRA

Nel 1942-43 la guerra era in corso e la squadra, rafforzata da molti militari (si ricordano il terzino Beolchi, la mezzala Collimedaglia, il portiere Galliani), raggiunse il terzo posto e, nel girone di ritorno, non conobbe alcuna sconfitta.

IL DOPO-GUERRA E LA PRIMA PROMOZIONE IN SERIE B


Ex Campione del Mondo
Attilio Demaria gioco' ed
alleno' il Cosenza in B dal
1946 al 1948

Nel dopoguerra, la ripresa dell'attività sportiva avvenne sul Campo Militare di Via Roma e solo dopo alcuni anni il "Città di Cosenza" tornò alla sua originaria destinazione. Nel 1945-46, allenatore Renato Vignolini, presidente il compianto Mario Morelli, il Cosenza fu promosso in Serie B. Giunse così a Cosenza Attilio Demaria, ex nazionale, che rinnovò i fasti di Otto Chrappan promuovendo un'intesa attività sui giovani. Nacquero i Boys Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria. La composizione troppo eterogenea della formazione non giovò al buon andamento della compagine, che ebbe scarsa fortuna e dopo due anni ripiombò in Serie C. Tuttavia un altro giovane, Alberto Delfrati, prelevato dai rincalzi del Legnano, fu avviato alla massima divisione.
Nel 1949-50, auspice Vittorio Mosele, il Cosenza disputa un'annata improvvisata: i "lupi" riuscirono a finire in testa alla classifica, alla pari con il Messina. La squadra era così composta: Gisberti, Martini, Campana, Ferrara, Manfredini, Bacillieri; Begnini, Leonetti, Musci, Zaro, Pollak.
Nello spareggio disputato a Salerno il risultato, pur dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Ma, nell'altro incontro, giocato a Como, i biancoscudati si affermarono per 6-1, guadagnando la cadetteria. Scoppiò la bomba del tentativo di corruzione, consumato sul campo, ai danni del portiere rossoblu Gisberti. Vi fu la denunzia e la Lega Nazionale accolse il reclamo del Cosenza ufficializzando la promozione dei silani. Il Messina adì la CAF e, a pochi giorni dall'inizio del campionato, a calendario già pubblicato, i giudici riformarono la prima decisione ed assegnarono la Serie B al Messina.

GLI ANNI '50


Cominciò, così, una lunga via crucis alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente dal comm. Carlo Leonetti. L'ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l'anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in IVª Serie.
Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblu negli anni '30. Il suo entusiasmo ed il suo attaccamento alla squadra compirono il miracolo.
Nel 1957-58 il Cosenza,guidata dal bomber Mario Uxa (capocannoniere del campionato per ben 5 stagioni consecutive), ottenne la vittoria del girone d'Eccellenza di IVª Serie e conquistò il titolo di Campione d'Italia, ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-59) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-60 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblu si arresero nelle ultime partite al Foggia e persero nuovamente la serie B.

LA SERIE B DEGLI ANNI '60 E LO STADIO SAN VITO


Renato Campanini ha militato
nel Cosenza dal 1963 al 1968
realizzando 55 gol in 138 partite

Dopo la tragica scomparsa del Presidente Perugini, ritroviamo il comm. Biagio Lecce al vertice della Società. La squadra, affidata alle cure di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, come il cosentino Francesco Rizzo, il romano vissuto a Cosenza Ugo Rugiero e lo stabiese Giuseppe Gallo, che presto mobilitarano gli osservatori di tutta Italia (finendo, poi, entrambi al Milan per merito di Gipo Viani). Il campionato del Cosenza fu un'autentica cavalcata e solo il Trapani seppe tenere il passo dei lupi, cedendo in dirittura d'arrivo. Al termine della stagione 1960-61 il Cosenza è promosso in Serie B.
La formazione artefice dello storico successo era la seguente: Sartori, Follador, Orlando (Trocini), Dalla Pietra (Lugli), Delfino, Federici; Gallo, Rizzo, Lenzi, Ardit, Costa (Joan).
La permanenza in cadetteria si rivelò subito difficile: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara contro il Modena, con conseguente pesante squalifica del campo, che era il vecchio "Emilio Morrone". A Zsengeller subentrò Todeschini e giunse una sofferta salvezza.
Nella stagione successiva (1962-63), la squadra fu completata con l'ingaggio di Ravera, Baston, Fontana, Marmiroli e Thermes, ma riuscì ad evitare la retrocessione solo perché il Novara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all'ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione della stagione 1963-64 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-65 il Cosenza, che intanto è divenuto Associazione Sportiva Cosenza, gioca nel nuovo stadio "San Vito", inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata sul punteggio di 2-1 con reti di Ciabattari e Campanini. Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva davanti a 20.000 spettatori rossoblù. ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.

GLI ANNI '70


Sergio Codognato ha
militato nel Cosenza
dal 1970 al 1977 da
giocatore ed allenatore

Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.
Seguirono alcune stagioni "anonime" nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria e nel campionato 1969-70 la delusione degli sportivi sfociò in un grave episodio di intollerenza che vide sfortunato protagonista il signor Calì di Roma, arbitro di Cosenza-Internapoli. Lo stadio "San Vito" venne squalificato e la squadra abbandonata al suo destino.
Il Cosenza riparte da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblu, mentre presidente è Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave, il fallimento è alle porte e l'amara retrocessione in serie D della stagione 1973-74 sembra segnare l'epilogo della gloriosa storia rossoblu.
Il campionato 1974-75 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti è precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori sapranno trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con l'incredibile record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaraglia la concorrenza stravincendo il campionato con 7 punti di vantaggio sull'accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea.
Protagonisti di quel campionato sono: Evangelista, Sdrigotti, Bompani (Pavoni), Pasquino, Iazzolino, Codognato; Rigoni, Canetti, Villa (Losio), Pantani, Vivarelli (Lualdi).
Il ritorno in Serie C non sarà fortunato. Gli umori della folla non sono più gli stessi e le continue disillusioni generano l'ennesimo episodio deprecabile. Il 27 marzo 1977 in occasione dell'incontro Cosenza-Paganese, il Signor Sancini di Bologna ed i suoi collaboratori sono letteralmente linciati ed i tifosi rossoblu saranno costretti a peregrinare lontani dal "San Vito" per un anno e mezzo.
Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-79 vede il Cosenza in serie C2. La presidenza è assunta da Osvaldo Siciliano che ha propositi di rilancio, ma il campionato sarà vinto dai "cugini" del Rende.

DOPO 24 ANNI IL RITORNO IN B


Nedo Sonetti vince il
campionato di C2 nel
1980 riportando i Lupi
in C1

Nel 1979-80 Nedo Sonetti riporta il Cosenza in serie C1 lanciando Perrotta ed inventando l'impenetrabile coppia centrale Rocco-Reggiani. La formazione titolare era la seguente: Lattuada, Capiluongo (Tortelli), D'Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani; Rappa (Berardi), Missiroli (Liguori), Perrotta, Tucci, De Chiara (Labellarte). Seguono la balorda retrocessione targata Pietro Fontana e la successiva promozione firmata da Renzo Aldi. La formazione tipo che riconquisto la serie C/1 della stagione 1981-82 era la seguente: Ciaramitaro, Bagnato, Della Volpe (Tosi), Aita, Rizzo Armando, D'Astoli; Rizzo Roberto, Donetti, Crispino, Luperto, Renzetti (Palazzotto).
Il sodalizio rossoblu è al suo momento di svolta. Per iniziativa di Vincenzo Morelli e dell'assessore allo sport Mario Romano, il Cosenza viene organizzato in forma di Società per Azioni. Sulla panchina del Cosenza si susseguono i vari Mujesan, De Petrillo, Ghio e Montefusco. In questi anni si affaccia all'orizzonte Gigi Marulla, il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenza e marcatore principe di tutti i tempi.Vestono la maglia rossoblu calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, ricordiamo: Silipo, Longobucco, Petrella, Morra, Tivelli, Tripepi, Truddaiu, Frigerio, Fucina, Aita, Lombardi, Marino e Nicolucci. L'esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1986-87, segna l'arrivo a Cosenza del "seminatore d'oro" Gianni Di Marzio, che legherà il suo nome in modo indelebile alla storia del Cosenza Calcio.
Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-87), il vulcanico Gianni sarà il condottiero della promozione in Serie B, attesa per ben 24 anni. La formazione titolare era la seguente: Simoni, Marino, Lombardo, Castagnini, Giovannelli, Galeazzi, Bergamini, De Rosa, Lucchetti, Urban, Padovano. Altri calciatori che vennero utilizzati in quell'annata furuno Fantini, Schio, Montrone, Giansanti, Maniero, Del Nero, mentre il timone della presidenza era nelle mani dell'Avvocato Giuseppe Carratelli. Le partite decisive di quel campionato furono Cosenza-Nocerina (2-0, reti di Urban e Lucchetti) davanti a 24.000 tifosi festanti e con una megafumogenata della curva sud, e Monopoli-Cosenza 0-0 del 5 giugno 1988 che decretò la promozione aritmetica dei lupi seguiti da 10.000 tifosi.

1989: IL COSENZA DI GIORGI AD UN PASSO DALLA SERIE A

Appena promossi in Serie B, Gianni Di Marzio abbandona la panchina rossoblu e viene ingaggiato Bruno Giorgi. Sull'intelaiatura della squadra appena promossa in Serie B vengono inseriti alcuni innesti: l'attaccante Alessio Brogi dal Montevarchi, Cozzella, i difensori Alberto Rivolta dell'Inter, Andrea Poggi del Torino e Ugo Napolitano dal Prato, e i centrocampisti Giorgio Venturin dal Torino e Bruno Caneo dal Pisa. Furono ceduti invece Montrone, Maniero, Del Nero, Schio, Ruvolo, Giovannelli e Giansanti. Sarà la Juventus (che torna a Cosenza dopo 35 anni) di Dino Zoff, in cui militavano Rui Barros, Cabrini e Massimo Mauro, a tenere a battesimo il Cosenza nella gara d'esordio in Coppa Italia al San Vito. La partita terminerà 0-0 davanti a 25.000 spettatori che portarono alle casse sociali un incasso di 608 milioni e 290.000 lire. In Coppa Italia, seguì la sconfitta casalinga contro l'Atalanta di Strömberg ed Evair (2-1), la sconfitta con il Verona di Caniggia e Galderisi (4-2), e le due vittorie contro Vicenza(3-2) e Taranto in trasferta (2-0), che però non bastarono per la qualificazione al turno successivo. Nel campionato, oltre alle numerose vittorie in trasferta, resterà indimenticabile la vittoria di Bari (3-0), contro i pugliesi che spinti da Maiellaro erano pronti a festeggiare la promozione in serie A in caso di vittoria. Due episodi negativi costarono carissimo: il derby col Catanzaro al San Vito (0-0) in cui l'arbitro Pierluigi Pairetto annullò un gol regolare all'ex di turno Vittorio Cozzella a due minuti dal termine a cui seguirono incidenti nel dopo-partita con le forze dell'ordine di una parte dei 20.000 tifosi presenti al San Vito, e il palo colpito da Lombardo nello scontro diretto con l'Udinese di Marco Branca e Odoacre Chierico che costò la Serie A. Tra i protagonisti principali si ricordano Michele Padovano, Maurizio Lucchetti, Luigi De Rosa e Alberto Urban. Alla fine di quel campionato il Cosenza risultò la squadra con il maggior numero di vittorie, ben diciassette. Concluse al 4º posto in classifica con 44 punti, ad un solo punto dal terzo, alla pari con Reggina e Cremonese, che però per la classifica avulsa diventerà 6º posto, impedendogli di disputare gli spareggi per la serie A. Da sottolineare, però, che se in quel campionato ci fosse stata la regola dei 3 punti a vittoria, il Cosenza sarebbe stato promosso piazzandosi al 3º posto; anche la classifica avulsa fu la novità di quell'anno. Il 1989 purtroppo è l'anno anche della misteriosa morte del calciatore Donato Bergamini a cui oggi è intitolata la curva sud dello stadio San Vito.

1990-91 LO SPAREGGIO SALVEZZA DI PESCARA

Dopo una salvezza tribolata nel campionato 1989-90 (nato con altre ambizioni come confermano acquisti come quello di Ciro Muro prelevato dalla Lazio), ad opera di mister Gianni Di Marzio subentrato in corsa a mister Luigi Simoni, il campionato 1990-91, è l'anno del vibrante spareggio salvezza del 26 giugno a Pescara firmato Edy Reja approdato sulla panchina silana a campionato in corso dopo l'esonero di Gianni Di Marzio avvenuto dopo lo 0-0 nel derby casalingo con la Reggina. La quarta retrocessa in C1 fu decisa dopo una grande bagarre in coda: si registrarono ben 9 squadre in due punti e addirittura 5 a 36. Il Cosenza e la rivale storica Salernitana furono costrette allo spareggio, mentre le altre tre squadre si salvarono in virtù della classifica avulsa. La partita venne disputata in un clima infernale in campo e sugli spalti allo stadio Adriatico di Pescara, e fu decisa dal gol di Gigi Marulla che spezzò l'equilibrio con un tiro di sinistro al sesto minuto del primo tempo supplementare scatenando la gioia incontenibile di circa 7.000 supporters al seguito e capanelli di auto in città e in provincia fino a tarda notte. Il Cosenza dello spareggio scese in campo con questa formazione: Vettore; Catena, Napolitano; Aimo, Di Cintio, De Rosa L; Compagno, Mileti, Marulla, Biagioni (102' Tramezzani), Coppola (79' Bianchi Andrea)- Allenatore: Reja

1991-92 LA SERIE A SFUMA ALL'ULTIMA GIORNATA

Dopo lo spareggio di Pescara nel campionato 1991-92 viene confermata l'ossatura della squadra ed arrivano solo tre titolari: il centrocampista Coppola dal Cagliari, Signorelli dal Barletta e il portiere Graziani dalla Juventus e in un secondo momento su richiesta del confermato Edy Reja, il portiere Giacomo Zunico reduce dalla serie A a Lecce, l'ex milanista Walter Bianchi e il libero del Bari Deruggiero. Dopo un grande campionato, il Cosenza arrivò all'ultima giornata (14 giugno 1992) a Lecce appaiato a 42 punti all'Udinese al quarto posto in classifica per giocarsi la serie A. I tifosi del Cosenza diedero vita ad un grande esodo, infatti erano oltre 15.000 i tifosi rossoblù che con ogni mezzo raggiunsero e colorarono lo stadio Via del Mare di Lecce per spingere i Lupi verso una storica promozione ma a dieci minuti dal termine un gol di Maini decise la partita. In caso di vittoria in terra pugliese, i rossoblu avrebbero agguantato lo spareggio con l'Udinese che vinse sul campo della già promossa Ancona scavalcando di due punti i lupi che terminarono al quinto posto tra le lacrime di calciatori e tifosi, e di un'intera provincia addobbata da alcune settimane a festa. Di quell' annata i tifosi conservano soprattutto il ricordo dell'accoppiata spettacolo Biagioni-Compagno che insieme a Marulla e all'intera compagine bruzia disputarono un grande campionato. Resterà memorabile la partita disputata al Friuli di Udine; i lupi vanno sotto dopo pochi minuti 1-0 e viene espulso anche De Rosa. Prima dell'intervallo i bianconeri raddoppiano e dopo 7 minuti del secondo tempo viene espulso anche Catena; la partita sembra ormai finita ma il Cosenza riuscirà sotto di 2 gol e in nove uomini a pareggiare la partita con i gol di Marulla al 67' e di Aimo all'85'raccogliendo gli applausi anche del pubblico di casa.

1993-95 GLI ANNI DI SILIPO E ZACCHERONI


Mister Alberto Zaccheroni
alleno' il Cosenza in B nella
stagione 1994/95
Il primo ottobre 1992 Cosenza sportiva ripiomba nel lutto per la morte del centrocampista Massimiliano Catena che perde la vita a 23 anni in un incidente stradale; oggi la Curva Nord dello Stadio San Vito porta il suo nome. Dopo la partenza di mister Reja con destinazione Verona e di Biagioni e Compagno che approdano in serie A, giunge in riva al Crati l'allenatore Fausto Silipo. Il campionato 1992-93 verrà chiuso al settimo posto a soli 5 punti dalla zona promozione. La serie A sfumò al San Vito nelle decisive partite Cosenza-Cremonese 0-1 davanti a 20.000 spettatori e Cosenza-Ascoli 1-1 (reti di Bierhoff e Bia); nella prima i lupi andarono sotto dopo 4' ed ebbero almeno quattro occasioni da rete limpide non sfruttate da Marco Negri e ad altre opportunità bloccate dall'estremo difensore friulano Turci. La formazione tipo di quel Cosenza in cui una delle piu' belle vittorie venne conquistata al Bentegodi di Verona 2-0 con reti di Statuto e Fabris era la seguente: Zunico; Balleri, Napoli, Napolitano, Bia; Signorelli, Monza, Statuto, De Rosa; Marulla, Negri. Importante anche l'apporto di Fabris, arrivato a Novembre, e di Tarcisio Catanese. Il secondo campionato (1993-94) della gestione Silipo venne chiuso a metà classifica al decimo posto con 37 punti e vide protagonisti importanti Buonocore e Maiellaro. Indimenticabile il gol realizzato da Maiellaro il 12 settembre 1993 in Cosenza-Fiorentina 1-1: l'attaccante pugliese partì da centrocampo prima di depositare la palla in rete alle spalle di Toldo facendo esplodere i 15.000 del San Vito[4]. Quel campionato segnò l'esordio con 11 presenze ed il primo gol in rossoblù (in Cosenza- Brescia 2-0) del centrocampista cosentino Stefano Fiore prodotto del vivaio rossoblù, che spiccò il volo verso i vertici del calcio italiano e della Nazionale. Menzione particolare merita l'annata (1994-95): il Cosenza del mister Alberto Zaccheroni nonostante la penalizzazione di nove punti in classifica riuscì comunque a salvarsi con largo anticipo, arrivando a toccare le soglie della promozione in A a fine Marzo con protagonisti il portiere Zunico e Vanigli a dirigere la difesa, De Rosa e De Paola protagonisti del centrocampo ed il bomber Marco Negri, che esplose in quel torneo realizzando ben 19 reti

CAMPIONATI ALTALENANTI IN SERIE B (DAL 1996 AL 2003)


Aniello Parisi con la
maglia del Cosenza
ha vinto 3 campionati
Serie C1, Serie D,
Lega Pro Seconda 

Nel campionato di (1995-96) approda sulla panchina silana l'allenatore bergamasco Bortolo Mutti che disputa un buon campionato senza patemi piazzandosi all'undicesimo posto finale. È l'anno dell'esplosione del bomber livornese Cristiano Lucarelli prelevato dal Perugia che realizza 15 gol piazzandosi al quinto posto nella classifica cannonieri dietro a Dario Hubner, Vincenzo Montella, Pasquale Luiso ed Alfredo Aglietti. La partita più importante dell'anno fu la vittoria al San Vito del 24 gennaio 1996 per 2-0 nel derby contro la Reggina con reti di Lucarelli e Tatti. Nella stagione 1996-97, il Cosenza retrocede in Serie C1 negli ultimi minuti di gioco dell'ultima giornata di campionato, a Padova; a fine stagione lasciano il Cosenza due storiche "bandiere" rossoblu: Luigi Marulla e Luigi De Rosa. La retrocessione è stata prontamente riscattata dall'immediata promozione nella stagione successiva 1997-98 sotto la guida del tecnico bergamasco Giuliano Sonzogni grazie ad una lunga cavalcata che ha visto il Cosenza sempre in testa al campionato dalla prima giornata nonostante l'agguerrita concorrenza della Ternana del tecnico Luigi Delneri che ha conteso il campionato ai rossoblù fino all'ultima giornata e poi è stato promosso insieme ai Lupi dopo i play-off. Nelle ultime due partite di campionato, il Cosenza supererà la Turris in casa con gol di Margiotta davanti a circa 23.000 spettatori, per poi conseguire la promozione aritmetica a Casarano (1-2) con reti di Toscano e Margiotta in un tripudio di folla rossoblù. Fra i protagonisti della stagione il bomber Massimo Margiotta, che con 19 reti fu il capocannoniere del girone.
Di seguito una salvezza stentata nella stagione 1998-99 pervenuta nell'ultima giornata in Cosenza-Cesena 2-1 con doppietta di Tomaso Tatti davanti a 15.000 spettatori. Eppure l'inizio di campionato aveva fatto sperare in qualcosa di grande soprattutto dopo la vittoria del 6 settembre 1998 al San Paolo contro il Napoli candidato alla promozione (1-2 reti di Riccio e Tatti) e le ottime prestazioni in Coppa Italia con i futuri vice-campioni d'Italia della Lazio di Eriksson (2-1 allo stadio Olimpico di Roma e 0-2 al San Vito davanti a 30.000 spettatori). Poi durante il torneo viene ceduto Morrone alla Lazio per 6 miliardi di lire e giunge l'esonero dello stesso Sonzogni per uno statico De Vecchi. Colpo di coda nel finale con il ritorno di Sonzogni a salvare la squadra rossoblù.
Luca Altomare ha
indossato la maglia del
Cosenza in Serie B e
Serie D
Il Cosenza disputa altri quattro campionati di serie B con alterne fortune in cui si sono avvicendati con la casacca rossoblu numerosi allenatori e calciatori importanti per la categoria. Bortolo Mutti ritorna a guidare i Lupi nelle stagioni 1999-00 (salvezza tranquilla) e nel 2000-01 anno del Cosenza primo in classifica per nove settimane e mezzo, lanciato verso la Serie A, sfumata nella parte finale del girone di ritorno nello scontro diretto di Verona contro il Chievo di Delneri, con i lupi che a 12 minuti dal termine vincevano 1-0 (gol di Adriano Fiore) ma poi subirono la rimonta e il sorpasso dei veneti che conquistarono la Serie A. A seguire un pirotecnico 4-4 al San Vito contro la Sampdoria. In questi due anni comunque positivi arrivarono a Cosenza giocatori come Lentini, Strada, Zampagna, Altomare, Giandebiaggi, Savoldi, Silvestri, Maldonado e altri ancora. Gli ultimi due anni di cadetteria dei Lupi vedono alternarsi sulla panchina Gigi De Rosa, ex calciatore rossoblu anni '80 e '90, Emiliano Mondonico, Sala e Salvioni. La stagione 2001-2002, caratterizzata anche dai derby con la Reggina e il Crotone, si conclude con una salvezza conquistata ad Empoli nell'ultima giornata di campionato; segue l'anno nero del calcio cosentino (2003) con la cancellazione a fine torneo da tutti i campionati professionistici dopo quasi 90 anni di storia.
Nell'ultimo anno di B il pubblico cosentino ammirò al San Vito molti calciatori che in seguito hanno avuto alterne fortune nei campionati di Serie A e Serie B: (Agliardi, Srníček, Brioschi, Stankevicius, Lanzaro, Tedesco, Edusei, Morrone, Antonelli, Casale, Guidoni). Tra le poche gioie di quell'annata la vittoria del San Paolo contro il Napoli (1-2) con una doppietta di Casale alla seconda giornata di campionato.

LA SERIE D ED IL NUOVO COSENZA


Mister Giuseppe Sannino
ha allenato il Cosenza FC
nella stagione 2004/05
A seguito della soppressione del club dal panorama calcistico italiano, l'allora sindaco di Cosenza Eva Catizone, dà vita a un progetto di rinascita del calcio. Tutta la città si stringe attorno all'iniziativa. Così il 5 agosto 2003 nasce l'AS Cosenza FC che è stata ammessa in Serie D con il trasferimento del titolo del Castrovillari.Fu assemblato un buon gruppo di giocatori tra i quali spiccava la figura di Gigi Lentini. Fu un anno difficile con Gregorio Mauro in panchina sostituito da Mario Russo, dai fratelli Sanderra e infine con la bandiera rossoblu Luigi Marulla. La squadra terminò in settima posizione. Nel 2004 il vecchio Cosenza Calcio 1914 fu tuttavia riammesso in Serie D a seguito di una sentenza giudiziaria, questo causò alla città di Cosenza l'avere due differenti squadre nella stessa divisione. Questo durò solo un anno. L'AS Cosenza FC e il Cosenza Calcio 1914 disputarono un campionato anonimo chiudendo rispettivamente in ottava e nona posizione. Passarono per il San Vito numerosi giocatori e molti allenatori, Giuseppe Sannino, Giacomo Modica e infine Antonio Aloi per l'AS Cosenza FC e le bandiere Luigi De Rosa e Luigi Marulla per il Cosenza Calcio 1914. Il punto più basso della storia del calcio cosentino si ha durante la stracittadina in cui la tifoseria torna compatta allo stadio per dire no ad un umiliante falso derby interrompendo la partita con un'invasione. Il Cosenza Calcio 1914 definitivamente fallì nel 2005 e l'AS Cosenza FC cambiò denominazione in AS Cosenza Calcio. Tuttavia il club mancò la promozione ai play-off per mano della Vibonese nel 2005-2006 con in panchina Giacomo Zunico che aveva sostituito precedentemente lo stesso Luigi Marulla e del Siracusa nel 2006-2007 con in panchina Pino Rigoli che aveva precedentemente sostituito lo stesso Giacomo Zunico. Quest'ultimo anno fu una vera e propria agonia, problemi economici asfissiarono la società e la portarono al fallimento. L'AS Cosenza Calcio rinunciò all'iscrizione nel luglio 2007.

LA RINASCITA DEL FORTITUDO COSENZA ED IL TERZO MILLENIO


Formazione 2007/08

L'A.S. Cosenza Calcio non si iscrisse al campionato di Serie D 2007/08.
Al suo posto, ai nastri di partenza, ci fu la Fortitudo Cosenza, società neonata che nacque dal Rende che, mantenendo lo stesso organico, cambia denominazione e colori sociali e si trasferisce al di là del torrente Campagnano.
Il Cosenza, guidato da un emergente tecnico come Mimmo Toscano condusse gran parte del campionato in testa alla classifica, grazie ad un organico che vantò, oltre ad alcune vecchie glorie come Parisi e Altomare, anche alcuni nuovi "pilastri" come Roberto Occhiuzzi, Ivan Moschella e il bomber Vincenzo Cosa (tornato in rossoblu dopo due stagioni e capocannoniere del girone con 19 reti). A questi si aggiunsero l'esperto attaccante Alessandro Ambrosi (con un lungo passato in B e in C/1), il portiere Stefano Ambrosi (fratello dell'attaccante) e soprattutto un parco "giocatori under" di grandi prospettive come Alessandro Bernardi, Domenico Danti e Francesco De Rose. 
Giocatori in festa per la vittoria
del campionato di Serie D
2007/08
A due giornate dalla fine del campionato il Cosenza ebbe 6 punti di vantaggio sul Bacoli Sibilla. Con lo scontro diretto al San Vito, proprio alla penultima giornata (33ª di campionato, il 27 aprile 2008 di fronte a 18.000 spettatori) dal quale uscì vittorioso con il punteggio di 2-0 (ottenuto grazie alla doppietta di Bernardi), il Cosenza torna nel calcio professionistico dopo 5 anni costellati da numerose delusioni e caratterizzati dal fallimento di due società. La stagione è trionfante sotto tutti i punti di vista, con il Cosenza che durante l'anno trova ampio spazio attraverso i media nazionali che mettono in risalto le gesta della squadra di Toscano per i risultati maturati sul campo, per il numero impressionate di vittorie e per i vari record raggiunti nell'arco di questa annata: infatti su 34 incontri disputati sono 80 i punti totalizzati in campionato, punteggio che supera tutte le altre squadre degli 8 gironi di Serie D e tutte quelle professionistiche, ad esclusione dell'Inter che tuttavia chiuse a 85 punti avendo disputato 4 partite in più rispetto al Cosenza. Il 30 maggio 2008 la Fortitudo Cosenza acquista il marchio del vecchio Cosenza Calcio 1914. 
Formazione 2008/09
Il campionato 2008-2009 si rivelò un'altra cavalcata vincente, la squadra fu potenziata con elementi di categoria come Enrico Polani, Raffaele Battisti e Francesco Mortelliti e vinse il girone C sbaragliando la concorrenza del Gela e del Catanzaro. Seconda promozione consecutiva in 2 anni, un record per la città di Cosenza. Il campionato 2009-2010 si apre con grosse aspettative, con gli acquisti di Stefano Fiore e Raffaele Biancolino si puntava alla Serie B ma fu un'annata altalenante, l'allenatore Mimmo Toscano venne esonerato a sei giornate dal termine, al suo posto Ezio Glerean che non riuscì però a portare la squadra nella griglia play-off e la squadra si posizionò in dodicesima posizione finale. Il campionato 2010-2011 come il precedente inizia con il sogno della serie cadetta ma è una vera e propria agonia con grossi problemi societari che portano la squadra a subire 6 punti di penalizzazione per inadempienze economiche. Anche dal punto di vista tecnico si ebbero delle difficoltà con il cambio di ben quattro tecnici, Domenico Toscano, Paolo Stringara, Mario Somma e Luigi De Rosa. La squadra non riuscì a evitare i play-out che perse contro il Viareggio e subì la retrocessione in Seconda Divisione, e la successiva non iscrizione al campionato di competenza.

NUOVO COSENZA CALCIO

Una nuova società, la Nuova Cosenza Calcio, presieduta da Eugenio Guarascio e guidata dall'allenatore Vincenzo Patania, poi sostituito da Tommaso Napoli, si iscrive alla Serie D 2011-2012, vincendo i play-off nazionali il 10 giugno 2012 per 3-2 contro il SanDonàJesolo ad Arezzo.

CAMPIONATI NAZIONALI

SERIE B 19 Partecipazioni, la prima nel 1946/47, ultima nella stagione 2002/03
SERIE C 47 Partecipazioni, la prima nel 1930/31, ultima nella stagione 2010/11
SERIE D 15 Partecipazioni, la prima nel 1929/30, ultima nella stagione 2011/12








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