Fondata nel 1914, ha militato per 19 stagioni nel campionato di Serie B, categoria nella quale ha colto il suo massimo risultato nel 1988-1989 piazzandosi al 4º posto in classifica. Vinse la Coppa Anglo-Italiana nel 1983. Non iscritta nel luglio del 2003,e sostituita dal Cosenza Football Club, la società venne poi rifondata nel 2007 e venerdì 30 maggio 2008 venne formalizzato il cambio del nome da Fortitudo Cosenza a quello storico, Cosenza Calcio, abbinandovi l'originale matricola del Cosenza Calcio 1914. La società è stata esclusa dai campionati professionistici nel luglio 2011 ed una nuova società sorta dalle sue ceneri, la Nuova Cosenza Calcio è stata iscritta al campionato di Serie D 2011-2012. Il Cosenza dal 1964 disputa le sue gare allo Stadio San Vito, impianto capace di ospitare circa 25.000 spettatori.
LE ORIGINI
Vecchio Logo del Cosenza Calcio 1914 |
Le origini del Cosenza Calcio risalgono agli inizi del XX secolo, ma le prime notizie più o meno ufficiali relative all'attività calcistica della squadra cosentina risalgono al lontano 1914, anno in cui attestano dei documenti che risulta con certezza che la squadra silana cominciò a calcare i campi di calcio sotto il nome di Società Sportiva Fortitudo. La divisa all'epoca era verde-blu, per richiamare i colori dei boschi della Sila e dello stemma municipale. Ancora nel 2004 il Cosenza FC indosserà, come terza divisa, una maglia inquartata verde-blu.
Da lì a qualche anno, il nome del sodalizio calabrese cominciò a subire una serie di trasformazioni diventando dapprima Dopolavoro FFSS Cosenza e quindi, intorno agli anni venti Calcio Cosenza. Fu in questo periodo che i colori sociali si mutarono in rossoblu, ed esattamente nel 1927, in onore del Genoa, la prima squadra calcistica italiana e vincitrice del titolo italiano di quell'anno.
L'attività della formazione cosentina era allora limitata alle sole partite amichevoli ed a qualche torneo regionale: infatti, il primo incontro documentato del Cosenza è proprio un Cosenza-Catanzaro 1-1, disputatosi sul polveroso terreno di Piazza delle Armi, sito nel cuore della città bruzia.
GLI ANNI '30
Nel 1930, la ragione sociale cambiò ancora in Cosenza Sport Club. Fu sotto quel nome che la squadra cominciò a disputare i primi veri campionati. Si succedettero ben presto alla presidenza l'Avvocato Corigliano ed il Barone Campagna (due tra i maggiori artefici della costituzione del nuovo Cosenza) e fu in quel periodo che la squadra partecipò al campionato di IIª divisione e quindi a quello di Iª (pari alla C attuale), nell'anteguerra.
Nella stagione 1930-31, il Cosenza fu ammesso al Campionato di Prima Divisione. Vi partecipavano 12 squadre, tra cui il Savoia di Torre Annunziata, il Catania, il Messina e la Salernitana.
L'anno successivo (1931-32), il Presidente avv. Tommaso Corigliano allestì una formazione di primo piano, ingaggiando giocatori provenienti dal nord ed affidando la guida tecnica al romano Angelo Benincasa. La squadra esordì con un clamoroso 7-2 ai danni del Molfetta ed i cosentini gioirono delle prodezze dei vari Forotti, Staccione, Masi, Gallina, Perazzi, Briano e Vaj.
Il 28 ottobre 1931 fu inaugurato il Campo Sportivo "Città di Cosenza" che, dopo vari anni, assunse il nome di "Emilio Morrone", un giovane cosentino caduto, per un incidente di gioco, durante una gara.
Nel 1932-33, sotto la guida di Balacics, la squadra rafforzata con Mortarotti, Fiammengo e gli ex giocatori del Napoli Fenili, Pampaloni, De Martino e Biagio Zoccola, disputò un brillante campionato conquistando il terzo posto.
Dopo una stagione interlocutoria, nel 1935-36 il Cosenza fu ammesso alla disputa del torneo di Divisione Nazionale C, girone D, di nuova istituzione, insieme a Cagliari, Piombino, Pescara, Perugia, Salernitana, Catanzaro, ed altre.
Negli anni successivi la squadra fu ulteriormente potenziata, schierando un attacco mitraglia: Bertozzi, Frione I, Lodi, Corsanini e Bergonzino. In quegli anni, appena sedicenne, debuttò in prima squadra il mediano Francesco Del Morgine, un'autentica bandiera rossoblu.
A partire dalla stagione 1937-38 vi fu l'avvento del presidente, barone Carlo Campagna e dei tecnici stranieri Chrappan, Vanicksek e Hansel.
GLI ANNI DEL DOPOGUERRA
Nel 1942-43 la guerra era in corso e la squadra, rafforzata da molti militari (si ricordano il terzino Beolchi, la mezzala Collimedaglia, il portiere Galliani), raggiunse il terzo posto e, nel girone di ritorno, non conobbe alcuna sconfitta.
IL DOPO-GUERRA E LA PRIMA PROMOZIONE IN SERIE B
Ex Campione del Mondo Attilio Demaria gioco' ed alleno' il Cosenza in B dal 1946 al 1948 |
Nel dopoguerra, la ripresa dell'attività sportiva avvenne sul Campo Militare di Via Roma e solo dopo alcuni anni il "Città di Cosenza" tornò alla sua originaria destinazione. Nel 1945-46, allenatore Renato Vignolini, presidente il compianto Mario Morelli, il Cosenza fu promosso in Serie B. Giunse così a Cosenza Attilio Demaria, ex nazionale, che rinnovò i fasti di Otto Chrappan promuovendo un'intesa attività sui giovani. Nacquero i Boys Demaria, ammessi alle finali nazionali di categoria. La composizione troppo eterogenea della formazione non giovò al buon andamento della compagine, che ebbe scarsa fortuna e dopo due anni ripiombò in Serie C. Tuttavia un altro giovane, Alberto Delfrati, prelevato dai rincalzi del Legnano, fu avviato alla massima divisione.
Nel 1949-50, auspice Vittorio Mosele, il Cosenza disputa un'annata improvvisata: i "lupi" riuscirono a finire in testa alla classifica, alla pari con il Messina. La squadra era così composta: Gisberti, Martini, Campana, Ferrara, Manfredini, Bacillieri; Begnini, Leonetti, Musci, Zaro, Pollak.
Nello spareggio disputato a Salerno il risultato, pur dopo i tempi supplementari, fu di 1-1. Ma, nell'altro incontro, giocato a Como, i biancoscudati si affermarono per 6-1, guadagnando la cadetteria. Scoppiò la bomba del tentativo di corruzione, consumato sul campo, ai danni del portiere rossoblu Gisberti. Vi fu la denunzia e la Lega Nazionale accolse il reclamo del Cosenza ufficializzando la promozione dei silani. Il Messina adì la CAF e, a pochi giorni dall'inizio del campionato, a calendario già pubblicato, i giudici riformarono la prima decisione ed assegnarono la Serie B al Messina.
GLI ANNI '50
Cominciò, così, una lunga via crucis alla ricerca della cadetteria. La presidenza fu assunta da Biagio Lecce e, successivamente dal comm. Carlo Leonetti. L'ingaggio del centravanti alessandrino Carlo Stradella assicurò una messa di reti, ma il campionato non si vinse e l'anno successivo, per la riforma dei campionati, il Cosenza fu retrocesso in IVª Serie.
Seguirono anni bui durante i quali si avvicendarono molti allenatori: Piccaluga, Kutik, Lamberti, Andreis, Piacentini, ma i successi stentarono ad arrivare. Frattanto alla presidenza silana tornò alla ribalta il compianto Salvatore Perugini, già segretario del sodalizio rossoblu negli anni '30. Il suo entusiasmo ed il suo attaccamento alla squadra compirono il miracolo.
Nel 1957-58 il Cosenza,guidata dal bomber Mario Uxa (capocannoniere del campionato per ben 5 stagioni consecutive), ottenne la vittoria del girone d'Eccellenza di IVª Serie e conquistò il titolo di Campione d'Italia, ex aequo col Mantova e lo Spezia. Nella stagione successiva (1958-59) il Cosenza fu bruciato, sul filo di lana, dal Catanzaro terminando al secondo posto e stessa sorte fu riservata nel campionato 1959-60 quando dopo un lungo dominio in vetta alla classifica, i rossoblu si arresero nelle ultime partite al Foggia e persero nuovamente la serie B.
LA SERIE B DEGLI ANNI '60 E LO STADIO SAN VITO
Renato Campanini ha militato nel Cosenza dal 1963 al 1968 realizzando 55 gol in 138 partite |
Dopo la tragica scomparsa del Presidente Perugini, ritroviamo il comm. Biagio Lecce al vertice della Società. La squadra, affidata alle cure di Julius Zsengeller, fu potenziata con alcuni giovanissimi, come il cosentino Francesco Rizzo, il romano vissuto a Cosenza Ugo Rugiero e lo stabiese Giuseppe Gallo, che presto mobilitarano gli osservatori di tutta Italia (finendo, poi, entrambi al Milan per merito di Gipo Viani). Il campionato del Cosenza fu un'autentica cavalcata e solo il Trapani seppe tenere il passo dei lupi, cedendo in dirittura d'arrivo. Al termine della stagione 1960-61 il Cosenza è promosso in Serie B.
La formazione artefice dello storico successo era la seguente: Sartori, Follador, Orlando (Trocini), Dalla Pietra (Lugli), Delfino, Federici; Gallo, Rizzo, Lenzi, Ardit, Costa (Joan).
La permanenza in cadetteria si rivelò subito difficile: un arbitraggio infelice determinò incidenti nella gara contro il Modena, con conseguente pesante squalifica del campo, che era il vecchio "Emilio Morrone". A Zsengeller subentrò Todeschini e giunse una sofferta salvezza.
Nella stagione successiva (1962-63), la squadra fu completata con l'ingaggio di Ravera, Baston, Fontana, Marmiroli e Thermes, ma riuscì ad evitare la retrocessione solo perché il Novara venne penalizzato di 10 punti e retrocesso all'ultimo posto della classifica per illecito sportivo. La retrocessione della stagione 1963-64 segnò la fine di un ciclo e la squadra venne, quasi totalmente rifondata. Dal 1964-65 il Cosenza, che intanto è divenuto Associazione Sportiva Cosenza, gioca nel nuovo stadio "San Vito", inaugurato il 4 ottobre 1964 in occasione di Cosenza-Pescara, terminata sul punteggio di 2-1 con reti di Ciabattari e Campanini. Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva davanti a 20.000 spettatori rossoblù. ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.
GLI ANNI '70
Sergio Codognato ha militato nel Cosenza dal 1970 al 1977 da giocatore ed allenatore |
Fallito l'immediato ritorno in Serie B nel 1965, ad opera di una Reggina corsara, che espugnò quell'anno Cosenza in una partita decisiva ed ancora nel 1966, beffata sul traguardo dalla Salernitana, la squadra rossoblu per alcuni decenni non riuscì più a riemergere.
Seguirono alcune stagioni "anonime" nelle quali il Cosenza stazionò nelle posizioni intermedie della graduatoria e nel campionato 1969-70 la delusione degli sportivi sfociò in un grave episodio di intollerenza che vide sfortunato protagonista il signor Calì di Roma, arbitro di Cosenza-Internapoli. Lo stadio "San Vito" venne squalificato e la squadra abbandonata al suo destino.
Il Cosenza riparte da Giusto Lodi, capitano di lungo corso, autentico pilastro della formazione rossoblu, mentre presidente è Mario Guido. La crisi societaria diventa sempre più grave, il fallimento è alle porte e l'amara retrocessione in serie D della stagione 1973-74 sembra segnare l'epilogo della gloriosa storia rossoblu.
Il campionato 1974-75 inizia nel caos più assoluto. La panchina di Emilio Zanotti è precaria e instabile, ma la grande passione di un manipolo di sostenitori sapranno trasformare quel campionato in una stagione trionfale. Con l'incredibile record di 17 successi interni su altrettanti incontri disputati, il Cosenza sbaraglia la concorrenza stravincendo il campionato con 7 punti di vantaggio sull'accoppiata composta da Vittoria e Nuova Igea.
Protagonisti di quel campionato sono: Evangelista, Sdrigotti, Bompani (Pavoni), Pasquino, Iazzolino, Codognato; Rigoni, Canetti, Villa (Losio), Pantani, Vivarelli (Lualdi).
Il ritorno in Serie C non sarà fortunato. Gli umori della folla non sono più gli stessi e le continue disillusioni generano l'ennesimo episodio deprecabile. Il 27 marzo 1977 in occasione dell'incontro Cosenza-Paganese, il Signor Sancini di Bologna ed i suoi collaboratori sono letteralmente linciati ed i tifosi rossoblu saranno costretti a peregrinare lontani dal "San Vito" per un anno e mezzo.
Per la riforma dei campionati, la stagione 1978-79 vede il Cosenza in serie C2. La presidenza è assunta da Osvaldo Siciliano che ha propositi di rilancio, ma il campionato sarà vinto dai "cugini" del Rende.
DOPO 24 ANNI IL RITORNO IN B
Nedo Sonetti vince il campionato di C2 nel 1980 riportando i Lupi in C1 |
Nel 1979-80 Nedo Sonetti riporta il Cosenza in serie C1 lanciando Perrotta ed inventando l'impenetrabile coppia centrale Rocco-Reggiani. La formazione titolare era la seguente: Lattuada, Capiluongo (Tortelli), D'Astoli, Ranieri, Rocco, Reggiani; Rappa (Berardi), Missiroli (Liguori), Perrotta, Tucci, De Chiara (Labellarte). Seguono la balorda retrocessione targata Pietro Fontana e la successiva promozione firmata da Renzo Aldi. La formazione tipo che riconquisto la serie C/1 della stagione 1981-82 era la seguente: Ciaramitaro, Bagnato, Della Volpe (Tosi), Aita, Rizzo Armando, D'Astoli; Rizzo Roberto, Donetti, Crispino, Luperto, Renzetti (Palazzotto).
Il sodalizio rossoblu è al suo momento di svolta. Per iniziativa di Vincenzo Morelli e dell'assessore allo sport Mario Romano, il Cosenza viene organizzato in forma di Società per Azioni. Sulla panchina del Cosenza si susseguono i vari Mujesan, De Petrillo, Ghio e Montefusco. In questi anni si affaccia all'orizzonte Gigi Marulla, il più rappresentativo calciatore della storia del Cosenza, primatista di presenza e marcatore principe di tutti i tempi.Vestono la maglia rossoblu calciatori dal passato glorioso e giovani promesse, ricordiamo: Silipo, Longobucco, Petrella, Morra, Tivelli, Tripepi, Truddaiu, Frigerio, Fucina, Aita, Lombardi, Marino e Nicolucci. L'esonero di Francesco Liguori, durante la stagione 1986-87, segna l'arrivo a Cosenza del "seminatore d'oro" Gianni Di Marzio, che legherà il suo nome in modo indelebile alla storia del Cosenza Calcio.
Dopo aver conseguito il piazzamento utile per la disputa della Coppa Italia Professionisti (1986-87), il vulcanico Gianni sarà il condottiero della promozione in Serie B, attesa per ben 24 anni. La formazione titolare era la seguente: Simoni, Marino, Lombardo, Castagnini, Giovannelli, Galeazzi, Bergamini, De Rosa, Lucchetti, Urban, Padovano. Altri calciatori che vennero utilizzati in quell'annata furuno Fantini, Schio, Montrone, Giansanti, Maniero, Del Nero, mentre il timone della presidenza era nelle mani dell'Avvocato Giuseppe Carratelli. Le partite decisive di quel campionato furono Cosenza-Nocerina (2-0, reti di Urban e Lucchetti) davanti a 24.000 tifosi festanti e con una megafumogenata della curva sud, e Monopoli-Cosenza 0-0 del 5 giugno 1988 che decretò la promozione aritmetica dei lupi seguiti da 10.000 tifosi.
1989: IL COSENZA DI GIORGI AD UN PASSO DALLA SERIE A
Appena promossi in Serie B, Gianni Di Marzio abbandona la panchina rossoblu e viene ingaggiato Bruno Giorgi. Sull'intelaiatura della squadra appena promossa in Serie B vengono inseriti alcuni innesti: l'attaccante Alessio Brogi dal Montevarchi, Cozzella, i difensori Alberto Rivolta dell'Inter, Andrea Poggi del Torino e Ugo Napolitano dal Prato, e i centrocampisti Giorgio Venturin dal Torino e Bruno Caneo dal Pisa. Furono ceduti invece Montrone, Maniero, Del Nero, Schio, Ruvolo, Giovannelli e Giansanti. Sarà la Juventus (che torna a Cosenza dopo 35 anni) di Dino Zoff, in cui militavano Rui Barros, Cabrini e Massimo Mauro, a tenere a battesimo il Cosenza nella gara d'esordio in Coppa Italia al San Vito. La partita terminerà 0-0 davanti a 25.000 spettatori che portarono alle casse sociali un incasso di 608 milioni e 290.000 lire. In Coppa Italia, seguì la sconfitta casalinga contro l'Atalanta di Strömberg ed Evair (2-1), la sconfitta con il Verona di Caniggia e Galderisi (4-2), e le due vittorie contro Vicenza(3-2) e Taranto in trasferta (2-0), che però non bastarono per la qualificazione al turno successivo. Nel campionato, oltre alle numerose vittorie in trasferta, resterà indimenticabile la vittoria di Bari (3-0), contro i pugliesi che spinti da Maiellaro erano pronti a festeggiare la promozione in serie A in caso di vittoria. Due episodi negativi costarono carissimo: il derby col Catanzaro al San Vito (0-0) in cui l'arbitro Pierluigi Pairetto annullò un gol regolare all'ex di turno Vittorio Cozzella a due minuti dal termine a cui seguirono incidenti nel dopo-partita con le forze dell'ordine di una parte dei 20.000 tifosi presenti al San Vito, e il palo colpito da Lombardo nello scontro diretto con l'Udinese di Marco Branca e Odoacre Chierico che costò la Serie A. Tra i protagonisti principali si ricordano Michele Padovano, Maurizio Lucchetti, Luigi De Rosa e Alberto Urban. Alla fine di quel campionato il Cosenza risultò la squadra con il maggior numero di vittorie, ben diciassette. Concluse al 4º posto in classifica con 44 punti, ad un solo punto dal terzo, alla pari con Reggina e Cremonese, che però per la classifica avulsa diventerà 6º posto, impedendogli di disputare gli spareggi per la serie A. Da sottolineare, però, che se in quel campionato ci fosse stata la regola dei 3 punti a vittoria, il Cosenza sarebbe stato promosso piazzandosi al 3º posto; anche la classifica avulsa fu la novità di quell'anno. Il 1989 purtroppo è l'anno anche della misteriosa morte del calciatore Donato Bergamini a cui oggi è intitolata la curva sud dello stadio San Vito.
1990-91 LO SPAREGGIO SALVEZZA DI PESCARA
Dopo una salvezza tribolata nel campionato 1989-90 (nato con altre ambizioni come confermano acquisti come quello di Ciro Muro prelevato dalla Lazio), ad opera di mister Gianni Di Marzio subentrato in corsa a mister Luigi Simoni, il campionato 1990-91, è l'anno del vibrante spareggio salvezza del 26 giugno a Pescara firmato Edy Reja approdato sulla panchina silana a campionato in corso dopo l'esonero di Gianni Di Marzio avvenuto dopo lo 0-0 nel derby casalingo con la Reggina. La quarta retrocessa in C1 fu decisa dopo una grande bagarre in coda: si registrarono ben 9 squadre in due punti e addirittura 5 a 36. Il Cosenza e la rivale storica Salernitana furono costrette allo spareggio, mentre le altre tre squadre si salvarono in virtù della classifica avulsa. La partita venne disputata in un clima infernale in campo e sugli spalti allo stadio Adriatico di Pescara, e fu decisa dal gol di Gigi Marulla che spezzò l'equilibrio con un tiro di sinistro al sesto minuto del primo tempo supplementare scatenando la gioia incontenibile di circa 7.000 supporters al seguito e capanelli di auto in città e in provincia fino a tarda notte. Il Cosenza dello spareggio scese in campo con questa formazione: Vettore; Catena, Napolitano; Aimo, Di Cintio, De Rosa L; Compagno, Mileti, Marulla, Biagioni (102' Tramezzani), Coppola (79' Bianchi Andrea)- Allenatore: Reja
1991-92 LA SERIE A SFUMA ALL'ULTIMA GIORNATA
Dopo lo spareggio di Pescara nel campionato 1991-92 viene confermata l'ossatura della squadra ed arrivano solo tre titolari: il centrocampista Coppola dal Cagliari, Signorelli dal Barletta e il portiere Graziani dalla Juventus e in un secondo momento su richiesta del confermato Edy Reja, il portiere Giacomo Zunico reduce dalla serie A a Lecce, l'ex milanista Walter Bianchi e il libero del Bari Deruggiero. Dopo un grande campionato, il Cosenza arrivò all'ultima giornata (14 giugno 1992) a Lecce appaiato a 42 punti all'Udinese al quarto posto in classifica per giocarsi la serie A. I tifosi del Cosenza diedero vita ad un grande esodo, infatti erano oltre 15.000 i tifosi rossoblù che con ogni mezzo raggiunsero e colorarono lo stadio Via del Mare di Lecce per spingere i Lupi verso una storica promozione ma a dieci minuti dal termine un gol di Maini decise la partita. In caso di vittoria in terra pugliese, i rossoblu avrebbero agguantato lo spareggio con l'Udinese che vinse sul campo della già promossa Ancona scavalcando di due punti i lupi che terminarono al quinto posto tra le lacrime di calciatori e tifosi, e di un'intera provincia addobbata da alcune settimane a festa. Di quell' annata i tifosi conservano soprattutto il ricordo dell'accoppiata spettacolo Biagioni-Compagno che insieme a Marulla e all'intera compagine bruzia disputarono un grande campionato. Resterà memorabile la partita disputata al Friuli di Udine; i lupi vanno sotto dopo pochi minuti 1-0 e viene espulso anche De Rosa. Prima dell'intervallo i bianconeri raddoppiano e dopo 7 minuti del secondo tempo viene espulso anche Catena; la partita sembra ormai finita ma il Cosenza riuscirà sotto di 2 gol e in nove uomini a pareggiare la partita con i gol di Marulla al 67' e di Aimo all'85'raccogliendo gli applausi anche del pubblico di casa.
1993-95 GLI ANNI DI SILIPO E ZACCHERONI
Mister Alberto Zaccheroni alleno' il Cosenza in B nella stagione 1994/95 |
CAMPIONATI ALTALENANTI IN SERIE B (DAL 1996 AL 2003)
Aniello Parisi con la maglia del Cosenza ha vinto 3 campionati Serie C1, Serie D, Lega Pro Seconda |
Nel campionato di (1995-96) approda sulla panchina silana l'allenatore bergamasco Bortolo Mutti che disputa un buon campionato senza patemi piazzandosi all'undicesimo posto finale. È l'anno dell'esplosione del bomber livornese Cristiano Lucarelli prelevato dal Perugia che realizza 15 gol piazzandosi al quinto posto nella classifica cannonieri dietro a Dario Hubner, Vincenzo Montella, Pasquale Luiso ed Alfredo Aglietti. La partita più importante dell'anno fu la vittoria al San Vito del 24 gennaio 1996 per 2-0 nel derby contro la Reggina con reti di Lucarelli e Tatti. Nella stagione 1996-97, il Cosenza retrocede in Serie C1 negli ultimi minuti di gioco dell'ultima giornata di campionato, a Padova; a fine stagione lasciano il Cosenza due storiche "bandiere" rossoblu: Luigi Marulla e Luigi De Rosa. La retrocessione è stata prontamente riscattata dall'immediata promozione nella stagione successiva 1997-98 sotto la guida del tecnico bergamasco Giuliano Sonzogni grazie ad una lunga cavalcata che ha visto il Cosenza sempre in testa al campionato dalla prima giornata nonostante l'agguerrita concorrenza della Ternana del tecnico Luigi Delneri che ha conteso il campionato ai rossoblù fino all'ultima giornata e poi è stato promosso insieme ai Lupi dopo i play-off. Nelle ultime due partite di campionato, il Cosenza supererà la Turris in casa con gol di Margiotta davanti a circa 23.000 spettatori, per poi conseguire la promozione aritmetica a Casarano (1-2) con reti di Toscano e Margiotta in un tripudio di folla rossoblù. Fra i protagonisti della stagione il bomber Massimo Margiotta, che con 19 reti fu il capocannoniere del girone.
Di seguito una salvezza stentata nella stagione 1998-99 pervenuta nell'ultima giornata in Cosenza-Cesena 2-1 con doppietta di Tomaso Tatti davanti a 15.000 spettatori. Eppure l'inizio di campionato aveva fatto sperare in qualcosa di grande soprattutto dopo la vittoria del 6 settembre 1998 al San Paolo contro il Napoli candidato alla promozione (1-2 reti di Riccio e Tatti) e le ottime prestazioni in Coppa Italia con i futuri vice-campioni d'Italia della Lazio di Eriksson (2-1 allo stadio Olimpico di Roma e 0-2 al San Vito davanti a 30.000 spettatori). Poi durante il torneo viene ceduto Morrone alla Lazio per 6 miliardi di lire e giunge l'esonero dello stesso Sonzogni per uno statico De Vecchi. Colpo di coda nel finale con il ritorno di Sonzogni a salvare la squadra rossoblù.
Luca Altomare ha indossato la maglia del Cosenza in Serie B e Serie D |
Nell'ultimo anno di B il pubblico cosentino ammirò al San Vito molti calciatori che in seguito hanno avuto alterne fortune nei campionati di Serie A e Serie B: (Agliardi, Srníček, Brioschi, Stankevicius, Lanzaro, Tedesco, Edusei, Morrone, Antonelli, Casale, Guidoni). Tra le poche gioie di quell'annata la vittoria del San Paolo contro il Napoli (1-2) con una doppietta di Casale alla seconda giornata di campionato.
LA SERIE D ED IL NUOVO COSENZA
Mister Giuseppe Sannino ha allenato il Cosenza FC nella stagione 2004/05 |
LA RINASCITA DEL FORTITUDO COSENZA ED IL TERZO MILLENIO
Formazione 2007/08 |
L'A.S. Cosenza Calcio non si iscrisse al campionato di Serie D 2007/08.
Al suo posto, ai nastri di partenza, ci fu la Fortitudo Cosenza, società neonata che nacque dal Rende che, mantenendo lo stesso organico, cambia denominazione e colori sociali e si trasferisce al di là del torrente Campagnano.
Il Cosenza, guidato da un emergente tecnico come Mimmo Toscano condusse gran parte del campionato in testa alla classifica, grazie ad un organico che vantò, oltre ad alcune vecchie glorie come Parisi e Altomare, anche alcuni nuovi "pilastri" come Roberto Occhiuzzi, Ivan Moschella e il bomber Vincenzo Cosa (tornato in rossoblu dopo due stagioni e capocannoniere del girone con 19 reti). A questi si aggiunsero l'esperto attaccante Alessandro Ambrosi (con un lungo passato in B e in C/1), il portiere Stefano Ambrosi (fratello dell'attaccante) e soprattutto un parco "giocatori under" di grandi prospettive come Alessandro Bernardi, Domenico Danti e Francesco De Rose.
Giocatori in festa per la vittoria del campionato di Serie D 2007/08 |
Formazione 2008/09 |
NUOVO COSENZA CALCIO
Una nuova società, la Nuova Cosenza Calcio, presieduta da Eugenio Guarascio e guidata dall'allenatore Vincenzo Patania, poi sostituito da Tommaso Napoli, si iscrive alla Serie D 2011-2012, vincendo i play-off nazionali il 10 giugno 2012 per 3-2 contro il SanDonàJesolo ad Arezzo.
CAMPIONATI NAZIONALI
SERIE B 19 Partecipazioni, la prima nel 1946/47, ultima nella stagione 2002/03
SERIE C 47 Partecipazioni, la prima nel 1930/31, ultima nella stagione 2010/11
SERIE D 15 Partecipazioni, la prima nel 1929/30, ultima nella stagione 2011/12
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