mercoledì 22 agosto 2012

AC Legnano

Al termine della stagione 2009-2010, disputata in Lega Pro Seconda Divisione, venne esclusa da tutti i campionati nazionali per inadempienze finanziarie.
Nel 2011, dopo un anno di inattività, viene fondata l'A.S.D. Legnano Calcio 1913. Questa nuova società dilettantistica è in attesa di acquisire il titolo sportivo dell'A.C. Legnano, società radiata dalla FIGC in data 27 febbraio 2012, per poter usufruire del nome e del marchio della vecchia società fallita



ARRIVA IL CALCIO A LEGNANO

Il primo tentativo di fondare una squadra di calcio rappresentativa della città è datato 1906, per iniziativa di Serafino Triulzi. Il secondo è del 1912: la compagine aveva maglia rossonera. Entrambi i tentativi però fallirono. I legnanesi dovranno aspettare il 1913 per avere una squadra di calcio rappresentativa della società. Lo statuto societario fu scritto presso il ristorante Carroccio. Il primo presidente effettivo fu Aldo Visconti, onorario l'ingegnere Eugenio Tosi. Il terreno di gioco era un campo da gioco in via Lodi di proprietà della Franco Tosi.
La squadra prende parte al campionato di Terza Categoria, classificandosi al 7º posto nel girone A del Comitato Regionale Lombardo. L'anno successivo si piazza al 6º posto nel girone A di Promozione lombarda. La guerra incombe ed ogni attività ufficiale cessa di essere praticata. I giocatori che però non vengono impegnati sul fronte continuano a praticare l'attività sportiva e il sodalizio lilla prende parte ad alcuni tornei gestiti da squadre affiliate alla FIGC. Diversi furono i successi nelle diverse manifestazioni calcistiche locali che permisero al Legnano di confrontarsi con squadre del calibro di Inter e Milan.

IN MASSIMA SERIE

Un momento della partita
Genoa-Legnano 1920

Nel 1919 ripresero i campionati e il Legnano venne ammesso in Prima Categoria, la massima serie dell'epoca, per meriti sportivi; si classificò 2° nel girone C della Lombardia, qualificandosi alle semifinali dove si piazzò 5º nel girone A. L'anno successivo la squadra vinse l'eliminatoria lombarda laureandosi campione di Lombardia di I Categoria nonostante la concorrenza di squadre blasonate quali Milan e Inter, qualificandosi così alle semifinali, dove venne inserita nel Girone C insieme a Torino, Padova e Mantova. Contese fino all'ultimo al Torino il primo posto nel girone, valevole per la qualificazione alle Finali del campionato dell'Italia settentrionale, e, dopo la vittoria nello scontro diretto all'ultima giornata, il Legnano sembrava addirittura in grado di poter aver la meglio sul Torino, essendo in testa alla classifica a parimerito con i granata torinisti ma con una partita da recuperare contro il Mantova fanalino di coda: allorché un'inaspettata sconfitta a Mantova nel suddetto recupero impedì ai Lilla di operare il sorpasso, rendendo necessario uno spareggio tra le due compagini: esso si disputò sul neutro di Vercelli e fu sospeso sul risultato di 1-1 durante l'"oltranza", dopo ben due ore e 38 minuti di gioco. La ripetizione dello spareggio si sarebbe dovuta disputare la settimana successiva, ma le due squadre, ormai spossate, decisero di rinunciare alle Finali ritirandosi dal campionato per esaurimento delle forze.
In segno di protesta per le dimensioni elefantiache raggiunte dal campionato (64 iscritte al Nord) e per la bocciatura del Progetto Pozzo, piano di riforma dei campionati volta a ridurre le partecipanti alla massima serie per l'Italia settentrionale a sole 24 partecipanti, il Legnano, insieme ad altre 23 tra le società maggiori, fu tra le squadre secessioniste che aderirono alla C.C.I. fondando un campionato parallelo a quello federale. Al termine della stagione, FIGC e CCI trovarono un compromesso riunificandosi, e il Legnano, in virtù del 6° posto nel girone B della Prima Divisione Nord C.C.I., fu ammesso alla nuova Prima Divisione 1922-1923 a 36 squadre (da ridursi a 24 già dalla stagione successiva) senza passare per gli spareggi salvezza previsti dal Compromesso Colombo. Nella stagione 1922-23 il Legnano disputò un ottimo torneo, classificandosi al 2° posto nel girone B della Prima Divisione Nord, dietro soltanto al Genoa alla fine campione d'Italia.
I campionati successivi non furono altrettanto esaltanti: nel 1924-25, anzi, il Legnano sfiorò la retrocessione con un 11° posto nel girone A della Prima Divisione Nord. La retrocessione fu rinviata solo di un anno: complice la prevista riduzione delle partecipanti al torneo di massima serie a sole 16 società a partire dal 1926-27 e la conseguente introduzione di quattro retrocessioni per girone, il Legnano non riuscì ad evitare la retrocessione con il 12° e ultimo posto nel girone A della Prima Divisione Nord. La Carta di Viareggio, un progetto di riforma dei campionati, diede però una speranza di salvezza al Legnano e alle altre retrocesse, istituendo un torneo di qualificazione ad eliminazione diretta (con quarti, semifinali e finale) con in palio un posto per la massima serie (ribattezzata Divisione Nazionale). Il Legnano, tuttavia, non seppe sfruttare l'opportunità concessagli: vinto il quarto di finale contro l'Udinese a tavolino per ritiro dell'avversaria, fu eliminata in semifinale dall'Alessandria con il punteggio netto di 4-1, retrocedendo dunque in Prima Divisione, la nuova denominazione del campionato cadetto in seguito alla creazione della Divisione Nazionale.

IL RITORNO IN DIVISIONE NAZIONALE


Dopo due anni di permanenza nella divisione cadetta (o Prima Divisione), con la promozione sfiorata soprattutto nel secondo anno (2° posto nel girone B della Prima Divisione Nord), nell'estate del 1928 il Legnano fu ripescato d'ufficio in Divisione Nazionale (la massima serie dell'epoca), complice l'allargamento della stessa a 32 squadre:
« Nella prossima stagione al campionato di Divisione Nazionale parteciperanno 32 squadre, che giuocheranno in due gironi di 16 ciascuna... Le iscrizioni si chiuderanno il prossimo 10 luglio. In base alle medesime pervenute, il Direttorio Federale stabilirà i gironi fissando di conseguenza le varie squadre da promuovere. Tuttavia possiamo finora comunicarvi che in Divisione Nazionale entreranno otto squadre più delle previste seguendo nella scelta criteri politici oltre che sportivi. Oltre alle 24 che già hanno diritto, andranno dunque nella massima categoria le seguenti squadre: Hellas, Reggiana, Triestina (indipendentemente quest'ultima dal posto che occupa in classifica, ma in omaggio agli altri titoli della nobilissima Trieste), la Fiorentina, il Legnano, la Milanese, la Venezia e la Prato, tenendo per questa in conto che la cittadina toscana ha ben 155 giuocatori tesserati... »
(Deliberazione della FIGC riportato da La Stampa del 29 giugno 1928, p. 5.)
I due gironi da sedici squadre così costruiti avrebbero dunque avuto il duplice scopo sia di assegnare il titolo del 1929 - che per ovvi motivi di tempistica a quel punto non sarebbe stato disputato con un torneo conclusivo, bensì reintroducendo per un'ultima volta la finale (e per lo stesso motivo anche la Coppa CONI non fu disputata) -, sia quello di suddividere le società in un raggruppamento d'élite e in uno cadetto per le stagioni a venire: in particolare, metà delle società avrebbero costituito la Divisione Nazionale Serie A, quelle classificate tra la nona e la quattordicesima posizione la Divisione Nazionale Serie B insieme alle quattro vincenti della Prima Divisione, mentre le ultime due classificate di ogni girone sarebbero state addirittura retrocesse in Prima Divisione. Il Legnano disputò un campionato disastroso, terminando al 16° e ultimo posto nel girone A della Divisione Nazionale e retrocedendo addirittura in Prima Divisione. Tuttavia, in estate la FIGC allargò i tornei di Serie A e B della Divisione Nazionale a 18 società portando al ripescaggio delle 4 retrocesse in Prima Divisione, tra cui il Legnano, che vennero riammesse in Serie B.
Nella stagione 1929-30 (Presidente Antonio Bernocchi), con un 2° posto in Serie B, risalì subito in A, ma la permanenza in massima serie durò solo una stagione conclusa al 18° e all'ultimo posto con conseguente ritorno immediato in cadetteria. Seguirono quattro stagioni in Serie B, con piazzamenti a metà classifica, e nel 1934-35 il Legnano precipitò addirittura in Serie C. Seguirono due stagioni disastrose in C, con il Legnano retrocesso due volte in Prima Divisione Regionale e altrettante volte ripescato in C dalla federazione. Nelle stagioni successive la società, pur riprendendosi parzialmente non rischiando più la retrocessione, non riuscì mai a lottare per la promozione, e il risultato migliore negli ultimi anni dell'anteguerra fu il terzo posto conseguito nel girone D di Serie C nella stagione 1942-43. Dal 1943 al 45 l'attività ufficiale fu sospesa per eventi bellici in corso.

I PRIMI ANNI DEL DOPOGUERRA: IN B E IN A


Nella stagione 1945-46, con la ripresa dei campionati, il Legnano fu ammesso in qualità di società di C, al Campionato misto di Serie B-C dell'Alta Italia. A fine stagione, per decreto della FIGC, fu ammessa d'ufficio nella nuova Serie B a tre gironi. Nella stagione successiva sfiorò la promozione in Serie A con un 2° posto nel girone A di Serie B (anche se a fine stagione furono ben sette i punti di distacco dalla Pro Patria capolista indiscussa e promossa), mentre nella stagione immediatamente successiva, con un 4° posto nel girone A di Serie B, riuscì a salvarsi per un punto nonostante il ritorno della Serie B al girone unico (soltanto le prime sette di ognuno dei tre gironi si sarebbero salvate). Dopo una stagione di transizione (8° posto in Serie B), nella stagione 1949-50 sfiorò di nuovo il ritorno in massima serie con un 3° posto, promozione però solo rinviata di un anno: nella stagione 1950-51 (Presidente Pino Mocchetti), con un 2° posto in Serie B, fu promosso dopo vent'anni di astinenza in Serie A. Ancora una volta, però, la permanenza in massima serie si concluse dopo appena una stagione con un disastroso 20° posto in Serie A: alla prima di ritorno, il 3 febbraio 1952, l'arbitro di Legnano-Bologna, vinta dai rossoblu con un rigore a pochi minuti dalla fine, fu aggredito dai tifosi lilla, che gli ruppero otto denti, per cui la squadra lombarda subì una pesante squalifica del campo e, già ultima dopo il girone d'andata, vide compromesso il suo campionato, retrocedendo di nuovo in Serie B. Retrocesso in Serie B, ritornò in A dopo appena una stagione in virtù del 2° posto in Serie B dopo lo spareggio col Catania: l'ottimo finale dei siciliani permise agli etnei di sbarazzarsi della concorrenza delle sorprendenti Cagliari e Valdagno, riuscendo ad agganciare un lanciato ma zoppicante Legnano in seconda posizione[5], rendendo necessario uno spareggio in pieno luglio, che i lombardi si aggiudicarono seccamente per 4-1, venendo dunque promossi in A. Ancora una volta, però, il Legnano (Presidente Luigi Mandelli) concluse il proprio campionato in massima serie all'ultimo posto, ritornando immediatamente in Serie B: alla penultima giornata il Legnano era all'ultimo posto con altre tre squadre, e quindi ancora in corsa per la salvezza (solo le ultime due classificate retrocedevano), ma il pareggio ottenuto all'ultima giornata con il Novara condannò i lilla all'ultimo posto e alla retrocessione, avendo le altre tre concorrenti per la salvezza (SPAL, Palermo e Udinese) vinto e staccato i lombardi di un punto (alle tre pericolanti, per la cronaca, essendo a pari punti, toccarono gli spareggi, che sancirono il ritorno in B, dopo sei anni, dei siciliani). Da allora i lilla non fecero più ritorno in A.
Nella stagione 1954-55 il Legnano sfiorò di nuovo l'immediato ritorno in massima serie, classificandosi al 3° posto in Serie B: fatale per la mancata promozione fu la secca sconfitta nello scontro diretto contro i patavini all'ultima giornata, che permise proprio al Padova di staccare i lilla in classifica e a strappare loro la promozione in massima serie. Seguì un immediato e preoccupante declino: già nel 1955-56 ottenne solo un 14° posto in Serie B, mai rischiando però davvero la retrocessione in Serie C. La retrocessione in terza serie fu rinviata solo di un anno: concludendo il torneo di B 1956-57 al 18° posto, precipitò in Serie C. Da allora non avrebbe fatto più ritorno nemmeno in B.

IN C E IN D


Seguì un ventennio circa di permanenza in Serie C (dal 1957-58 al 1974-75), nella quale il Legnano non fu praticamente mai in lotta per la promozione in B (il massimo risultato fu il quinto posto raggiunto nelle stagioni 1959-60, 1963-64 e 1969-70), concludendo spesso la stagione a metà classifica. Al termine della stagione 1974-75 arrivò addirittura la prima retrocessione in Serie D a causa del disastroso 20° posto nel girone A di Serie C.
Dopo aver sfiorato il ritorno in C nella stagione 1976-77 (2° posto nel girone B di Serie D), al termine della stagione 1977-78, in virtù del 2° posto nel girone B di Serie D, il Legnano venne ammesso nel neocostituito campionato di Serie C2. Nella stagione 1978-79 rischiò tuttavia di far immediato ritorno in D, raggiungendo la salvezza solo vincendo lo spareggio con la Pro Vercelli. Dopo alcuni campionati di alto livello (con due quarti posti in tre stagioni), nella stagione 1982-83 il Legnano, vincendo il girone B di Serie C2, venne promosso in Serie C1. Dopo alcuni campionati a metà classifica, nella stagione 1986-87 il Legnano si classificò solo al 18° posto nel girone A di Serie C1, precipitando in Serie C2. Dopo una serie di stagioni discrete, con la promozione in C1 sfiorata nella stagione 1988-89 (3° posto nel girone B di Serie C2), la squadra declinò retrocedendo addirittura nel Campionato Nazionale Dilettanti al termine della stagione disastrosa 1991-92 (20° posto nel girone A di Serie C2).
Il ritorno tra i professionisti fu immediato: vincendo il girone A del Campionato Nazionale Dilettanti, il Legnano ritornò dopo appena una stagione in Serie C2. Nella stagione successiva sfiorò addirittura la seconda promozione consecutiva - in C1 - con un 3° posto nel girone A di Serie C2. La squadra ancora una volta declinò e, dopo una stagione di transizione (8° posto nel girone A di Serie C2), al termine del campionato 1995-1996, venne retrocesso nel Campionato Nazionale Dilettanti dopo i play-out. Rimase tra i Dilettanti per quattro stagioni, raggiungendo la promozione solo al quarto tentativo (1999-2000, allorché vinse il girone B del Campionato Nazionale Dilettanti, raggiungendo l'obbiettivo promozione).
Nelle stagioni successive la squadra riuscì sempre a salvarsi, in due occasioni ai play-out: nella prima occasione, stagione 2000-2001, vinse i play-out col Moncalieri, nella seconda, stagione 2003-2004, li vinse col Savona. Nella stagione 2006-2007, vincendo il girone A di Serie C2, venne addirittura promosso in Serie C1. La permanenza nella terza serie durò appena due stagioni: dopo un 7° posto a ridosso della zona playoff nella stagione 2007-2008, già nella stagione successiva, concludendo al 18° posto nel girone A di Lega Pro Prima Divisione, venne retrocessa direttamente in Seconda Divisione. Nel campionato 2009-2010 il Legnano sfiorò il ritorno in Prima Divisione (la vecchia C1), fermandosi solo nella Finale dei playoff con lo Spezia. A fine stagione, tuttavia, il club si sciolse per fallimento.
Dal 2010 non esiste più l'antica squadra del Legnano. Ad oggi nessun tentativo di rinascita a partire dalle massime categorie dilettantistiche è andato a buon fine. Dalla stagione 2011-12 una nuova squadra legnanese, l'A.S.D Legnano Calcio 1913, si iscrive in Prima Categoria Lombardia girone N ed al termine del campionato è promosso in Promozione.

L'ESCLUSIONE DAI CAMPIONATI NAZIONALI

Il 16 luglio 2010 la società sommersa dai debiti viene esclusa dalla Lega Pro. e viene esclusa da tutti i campionati. Non è stato neppure possibile iscriversi in un campionato dilettantistico regionale per la stagione 2010-11 nonostante gli sforzi per creare in tempo un nuovo sodalizio.

CAMPIONATI NAZIONALI

SERIE A 11 Partecipazioni, la prima nel 1919/20, ultima nella stagione 1953/54
SERIE B 16 Partecipazioni, la prima nel 1926/27, ultima nella stagione 1956/57
SERIE C 54 Partecipazioni, la prima nel 1935/36, ultima nella stagione 2009/10
SERIE D 8 Partecipazioni, la prima nel 1975/76, ultima nella stagione 1999/00





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